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una vacanza speciale – tutte le cose belle finiscono (6)

ritorno   Capisco che la vacanza è finita quando Lula si rimette i gioielli che in questi giorni non aveva mai indossato. Sono solo ninnoli africani, niente di prezioso, ma il gesto indica che ci stiamo preparando a rientrare nella civiltà dopo i giorni passati a dormire per terra in mezzo agli eucalipti. Finché stavamo a Capraia, fra il campeggio, le calette sul mare,  la passeggiata centrale, non c’era bisogno di niente. Un paio di pantaloni qualsiasi, una maglietta e un golfino. Niente trucco, niente inganno Fuori da qua sappiamo che è diverso. E il gioiello, pregiato o di bigiotteria,  funziona un po’ da scudo. Anche se solo simbolico. L’ultima mattina a Capraia proviamo a fare un giro in barca Ma soffia il maestrale “Mai successo a luglio” commenta Marco, il proprietario del campeggio Impossibile uscire, troppo pericoloso pur stando vicini all’isola rischieremmo di venire sbattuti contro le rocce Non importa, lo faremo un’altra volta Passiamo le ultime ore prima dell’arrivo del traghetto sulla “spiaggetta” di sassi e cemento vicino al porto. Il vento è fortissimo ed è difficile leggere e tenere il cappello in testa All’ombrellone in spiaggia abbiamo già rinunciato accampamentoe L’ultimo pranzo lo facciamo al ristorante del campeggio, una sorta di self service, negozio di alimentari e bazar Prendiamo verdure cotte e insalate miste e poi diamo fondo alla nostra cambusa svuotando una lattina di lenticchie e accompagnando tutto con le immancabili gallette di riso La scelta gastronomica è legata alle mie intolleranze alimentari La vacanza è scivolata anche sulle nostre cene e i nostri pranzi cotti al fornellino da campo Ceci, lenticchie, fagioli in scatola, come Zio Paperone ai tempi del Klondike Una volta abbiamo cotto anche gli spaghettini di fagioli mung comprati allo spaccio dell’isola E per condimento, oltre all’olio al sale speziato e al pepe, il finocchietto selvatico di capraia E a volte anche qualche erba meno conosciuta (e subito sputata) cactus Per colazione latte di capra (a lunga conservazione in confezioni da mezzo litro, giusto per due, vista la mancanza del frigorifero) e biscotti senza glutine Lula mi ha accompagnato condividendo i miei stessi pasti Per me è stato un gesto di amicizia eccezionale Poi lei ha detto anche anche che non era mai stata così bene, anche fisicamente, in vacanza, e questo mi ha consolato per le sue privazioni Ma intanto abbiamo provato che si può fare E questo è stato un altro passo avanti verso la libertà Nel pomeriggio, raccolti i nostri bagagli al camping e dopo aver pagato, saliamo sul traghetto per Livorno Il viaggio con il sole ad occidente è pieno di colori nuovi Lungo il tragitto salutiamo la Gorgona ripromettendoci di visitarla appena possibile   gorgona   Dopo due ore approdiamo al porto Poco fuori ci sono due ragazze sedute su una panchina all’ombra dove ci fermiamo con zaini e valige Chiediamo loro di farci una foto ricordo “Da dove arrivate?” Glielo spieghiamo “Che bello! Quindi organizzano gite per Pianosa e Capraia?” No, decisamente no. Non le organizza proprio nessuno Ci siamo organizzate tutto da sole Ed è stato proprio ganzo Alla fine è filato tutto liscio come l’olio Sulla strada del ritorno ci fermiamo a mangiare una fetta di cecina Poi, arrivate a casa, scarichiamo le borse E allora si, che è finito Ma io questa vacanza, ne sono sicura, non me la dimenticherò mai bagagli

 (6 – fine)

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una vacanza speciale – l’isola delle capre, alfin (5)

viaggio

 

La vera vacanza on the road comincia quando posteggiamo l’auto al porto di Livorno, ai piloti, e ci dirigiamo verso il traghetto della Toremar con una quantità di bagagli da far paura a un gruppo di sherpa
da ora in avanti ci saremo solo noi e le nostre gambe
ognuna ha il suo zaino, poi c’è un grosso trolley con la tenda, i sacchi a pelo e il fornello; la sacca con il cibo vegano e senza glutine e un piccolo ombrellone da spiaggia (che non rimarrà mai fermo causa vento)

la sera prima, tornate da Pianosa, abbiamo recuperato l’auto posteggiata sull’Aurelia a San Vincenzo, e siamo andate a Livorno dove avevo prenotato una matrimoniale a 57 euro in pieno centro (più un euro di tassa turistica)
(Medusa affittacamere, via Grande 87, Livorno, telefono 347 792 3599)

la doccia e il letto ci volevano proprio, la cena la facciamo in camera con i nostri ciottolini
poi piombiamo in un sonno ristoratore, pronte a svegliarci il giorno dopo, domenica, all’alba, per sistemare i bagagli, raggiungere il porto, lasciare l’auto e partire poi cariche e stracariche alla volta del traghetto (Toremar,  Livorno-Capraia, andata e ritorno in alta stagione, circa 40 euro a testa)

sistemiamo i valigioni nella plancia della nave
e saliamo
fra i passeggeri c’è una signora con un uccellino in gabbia
è uno storno, ci spiega, lo ha raccolto affamato e dolorante, lo ha curato e cresciuto e l’uccellino ormai non sa più stare solo

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la mattinata è grigia, possiamo stare anche sul ponte (parlo per me ovviamente è per la mia “ossessione” da protezione 50)

c’è un bel po’ di gente
anche una coppia gay con un simpatico cagnolino
Con Lula avevamo scommesso che sull’isola ci avremmo fatto amicizia, ma non li abbiamo più incrociati

Il traghetto entra nel porto di Capraia e dall’alto ci accoglie un concerto di beee beeeee

“Ecco le capre”

Saranno cinque o sei, o forse qualcuna in piu

Scopriremo poi che le capre di Capraia sono tutte li e che nessuno le alleva sull’isola

Fino a pochi anni fa era diverso ma poi l’allevatore è morto e le sue capre sono state portate via con il traghetto

Eccetto un gruppetto di ribelli che sono riuscite a darsi alla macchia

Da allora, ogni volta che arriva il traghetto, le caprette rimaste si affacciano sul promontorio sulla destra del porto e salutano i nuovi arrivati

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Chissà se il loro è un canto di nostalgia per le compagne perdute

o vogliono semplicemente far vedere che loro ce l’hanno fatta

Nessuno sa quante siano in realtà, cinque, sette, dieci

Vivono allo stato brado nelle zone più impervie dell’isola e sicuramente si riproducono

Con Lula ci inventiamo il gioco del “riportare le capre a Capraia”

Ogni volta che ci sta stretto il lavoro, il nostro mondo, ci scherziamo su, facendo progetti nemmeno troppo impossibili

Potremmo recuperare la vecchia struttura, ripopolare capraia (pare che alla Gorgona l’allevamento funzioni), produrre formaggi caprini con i profumi dell’isola

 

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Il finocchietto selvatico, per esempio, che qui ha un profumo fortissimo e tutto suo

Al momento quello delle capre rimane solo uno dei tanti sogni nel cassetto

Ma non si sa mai

Chissa che una volta o l’altra non facciamo come Marco, il proprietario del campeggio Le Sughere (0586 905066, isola di Capraia, Livorno) che ha lasciato tutto, a Prato o a Firenze non ricordo, per stabilirsi qui

Il campeggio per certi versi sembra rimasto agli anni Settanta. La stagione, quando arriviamo a luglio inoltrato, è aperta da poco, ma si respira  un’aria come di abbandono

roulotte disabitate quasi ovunque, verande cadenti in attesa di un proprietario che le rianimi

Non ci vuole molto a decidere che questo aspetto un po’ sgarrupato ci fa piacere il posto ancor di più

Anzi, ci aiuta a farci entrare nello spirito dell’isola

vita tranquilla, pieno relax

Stile casual

Come viene viene

In piena libertà

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Capraia è famosa anche per le meduse. Nel negozietto di souvenir nella parte alta dell’isola vendono un liquido verde a base di elementi naturali (ovvio) da spalmarsi sulla ferita in caso di contatto

Noi facciamo il bagno ma senza nessun incontro indesiderato. Io comunque sott’acqua non ci vado senza gli occhialetti da piscina: prima scandaglio ben bene l’area e poi nuoto

Siamo state fortunate comunque. Io mi aspettavo di vedere i classici ombrelli gelatinosi bianchi con il contorno viola

L’ultimo giorno, dal traghetto, subito prima della partenza invece abbiamo visto che le terribili meduse di Capraia erano piccole e marroncine. Quasi invisibili, insomma, fino a quando non ti ci scontri

Pericolo scampato

A qualcuno sembrerà impossibile ma c’è anche chi dice  che quando la conosci, quest’isola,  non puoi più farne a meno

La commessa di un negozietto di souvenir del paese in alto (Capraia è attraversata da una strada di nemmeno un chilometro che dal porto sale al paese. Stop. C’è una navetta che passa ogni dieci minuti ma anche a piedi non ci metti niente) dopo aver lavorato per una stagione in un bar dell’isola ha scelto di trasferirsi qui

Gli abitanti, fuori dalla stagione turistica, sono un centinaio

per chi soffre di claustrofobia o per i tipi super social forse e un po’ troppo

A Capraia non arrivano giornali. E anche questo potrebbe aiutare nella scelta

Anche la copertura internet e quella telefonica non sono proprio al top

Ma rientrano nelle attrattive dell’isola,  un buen retiro dove chi vuole disintossicarsi dalla frenesia della vita moderna può farlo davvero

Non tutto è perfetto nemmeno qui, sia chiaro

E infatti poco fuori del porto c’è il solito locale sfigato che si fa notare sparando musica a palla a tutte le ore del giorno

Fortuna che al campeggio dove avevamo montato il nostro accampamento si sentiva solo in lontananza

Anche se io avrei preferito limitarmi al canto degli uccelli

 

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 (5 – continua)

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una vacanza speciale – lasciatemi qui, per favore (4)

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Il traghetto Aquavision parte alle 8.30 dal porto di San Vincenzo
Mi metto in fila per fare il biglietto (34 euro piu 8 di ingresso al parco) mentre Lula fa un salto alla Coop a comprare un po’ di frutta fresca
Sono attrezzata contro il sole, ohibò, come una turista tedesca
cappello di paglia, spolverino di lino bianco, ombrellino e crema solare 50 schermo totale
a Pianosa non ci sono molti alberi
è un’isola brulla e assolata
e come se non bastasse, ci spiegherà la guida durante la passeggiata, non ci piove mai, proprio a causa della morfologia piatta (pochi metri sul livello del mare) che non offre appiglio alle correnti

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La prenotazione per la visita a Pianosa è stata fatta diverse settimane prima. Abbiamo scelto sabato 18 luglio (2014) così ci saremmo arrivate nel primo giorno di vacanza e poi saremmo state libere di andare a Capraia dove saremmo rimaste per qualche giorno in pace
le due isole non sono collegate

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sul traghetto ci presentiamo alle guide. nessuno può entrare nell’isola dell’ex carcere senza la loro mediazione.

Il viaggio dura due ore e mezzo
un po’ guardiamo dal finestrino, un po’ saliamo sul ponte
anche se il sole comincia a farsi sentire

 

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la barca è pienissima
c’è gente di tutti i tipi

nella fermata a Marina di Campo, isola d’Elba, salgono altri visitatori
ormai ci siamo quasi
sulla linea dell’orizzonte si vede già la striscia scura di Pianosa
sono le 11 passate quando attracchiamo nel porto

scendiamo e cerchiamo il nostro gruppo, quello della passeggiata per l’isola
poi ci sono quelli del giro in bici, in carrozza, con la canoa
il sole batte forte
facciamo un salto al bar ristorante per lasciare lo zaino e rinfrescarci in bagno prima dell’escursione

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a Pianosa ci saranno 40 gradi. deve essere veramente l’unica località italiana battuta dal sole in un’estate piovosa e freddina come quella del 2014
io sembro la protagonista di un giallo di Agatha Christie, quello della tipa grassa e imbacuccata che assisteva agli scavi archeologici nel deserto
non bastassero il cappello di paglia a larghe tese, gli occhiali da sole e lo spolverino bianco, apro anche l’ombrellino per parare il sole
una bambina mi indica al padre che la porta a cavalcioni sulle spalle
lo avrei fatto anche io, nei suoi panni

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la calura è insopportabile
la testa mi scoppia
ogni tanto ci fermiamo in cerca di un po’ d’ombra
ma incrociamo degli alberi alti solo in due punti del nostro cammino
per il resto è tutta terra, macchia mediterranea, e stradine polverose

la guida ci parla anche degli animali e delle piante (qui, per esempio, non esistono le vipere) che vivono a Pianosa, oltre che della storia dell’isola e del carcere per la quale è famosa

vietato allontanarsi da soli oltre il muro del carcere, in pratica su tutta l’isola, eccetto il paesino e l’area del ristorante bar negozio di souvenir che ora è anche albergo

le camere sono dieci e tutte di colore diverso
dicono che la sera qui, senza visitatori e senza luce, esclusa quella di luna e stelle, sia un’esperienza unica
(chi vuol fermarsi a dormire prenoti chiamando Filippo al 366 4863363)

i detenuti di Porto Azzurro, dall’isola d’Elba, vengono mandati qui a lavorare
li vediamo passare sulle biciclette o a piedi con gli attrezzi in mano
vanghe rastrelli
continuano a coltivare questa terra che un tempo, nemmeno troppi anni fa, fu un esempio eccezionale di produttività

 

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poi, dopo le stragi di Falcone e Borsellino, quando i normali detenuti furono sostituiti dai mafiosi in regime di 41 bis, cambiò tutto

la passeggiata finisce che son già passate le due
ma non ci pensiamo nemmeno a mangiare e ci tuffiamo in acqua
nella spiaggetta di cala Giovanna, l’unica aperta al pubblico

l’acqua è fantastica
inforchiamo le maschere e cominciamo a osservare i fondali salutando i pesci trasparenti e colorati che nuotano insieme a noi

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alle 17 ripartiremo con il traghetto per cui dopo il bagno arriva anche l’ora del pranzo
ci sistemiamo sulle panchine di legno con i tavoli da pic nic nell’area a pineta e apriamo i nostri zaini
per tirar fuori il pranzo al sacco
compriamo mezzo litro di acqua a testa per riempire il thermos
al bar è quasi finita ed è solo sabato
la tipa è disperata
i pancali non arriveranno prima di lunedì e domani, domenica, si prevede l’assalto di altri 300 turisti

(ecco qui apro una piccola parentesi. racconto a Lula che la signora dice “pancali” ah ah… ma lei non ride. si dice proprio così. e io che mi ero fatta convincere dai veneti che sostengono che si dica bancali, incredibile! in realtà, ho controllato, vanno bene entrambe le versioni)

tornando all’acqua

ci penseranno loro
noi domani saremo già a Capraia

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torniamo a San Vincenzo giocando a burraco in traghetto
io sono cotta e strabollita dal sole
stavolta vince Lula
e siamo pari

(4 – continua)

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una vacanza speciale – finalmente si parte (3)

camping

Lula passa a prendermi a casa venerdì subito dopo pranzo
I bagagli sono pronti
Zaino, zainetto, materassino, bottiglie d’acqua e borsa con il cibo stanno sull’aia davanti all’ingresso di casa, pronti per essere caricati sulla Vitara
Il sole splende alto, l’aria è pulita
E proprio una bellissima giornata per partire

saluto gatto e famiglia e via… si parte
verso l’avventura

la giornata è iniziata un po’ presto, alle 5.30, con un salto dal medico di guardia per chiedere la ricetta delle medicine per il mal di testa che ovviamente avevo dimenticato a Belluno
Un passaggio attraverso la grata della farmacia di turno e ho il mio prezioso cachet
tempo un’ora e il mal di testa è passato
E in più ho la medicina a disposizione per il viaggio, che non si sa mai

Per il resto, usiamo soltanto prodotti naturali, anche preparati da noi stesse, come l’antizanzare
Lula ha con sé la preparazione sinergica, con un misto di oli essenziali
io un estratto di chiodi di garofano

Facciamo il pieno di gasolio e via!
la meta è San Vincenzo, in provincia di Livorno, da dove domani mattina prenderemo un traghetto alla volta di Pianosa
stasera non si sa dove andremo a dormire
ma in qualche modo ci arrangiamo di sicuro

prendiamo la strada per Volterra, la statale 68, oggi regionale
Guccini non potrebbe più farci una canzone, si è persa la metrica

la vacanza è cominciata e possiamo goderci il paesaggio delle colline toscane fra la provincia di Siena e quella di Pisa

Intorno a Volterra scopro delle installazioni mai viste prima
sono dei grandi cerchi attraverso i quali si vede il paesaggio dei campi sulle colline
una prospettiva nuova, che aggiunge un tocco artistico al nostro paesaggio toscano

A Saline la prima sosta
Beviamo dell’acqua, mangiamo degli snack di semi
la dieta è ferrea e non si sgarra
Thelma & Louise gluten free

ripartiamo

il paesaggio è dolce e si respira già l’aria di mare

Arriviamo a San Vincenzo che è sempre giorno
posteggiamo l’auto vicino al centro, dopo aver evitato il costosissimo park del porto cui eravamo giunte su mia indicazione

Nella piazzetta c’è un mercatino di oggetti etnici.
Lula si sofferma a guardare i tamburi
chiede il prezzo e vorrebbe anche comprarne uno
Bellissimo, dice
La mia preghiera silenziosa è stata esaudita
ci allontaniamo senza tamburo
Pericolo scampato. Per ora

di San Vincenzo avevo un ricordo di chissà quando
sicuramente di una visita fatta con babbo e mamma da bambina
Ricordavo un paesetto senza particolari attrattive
trovo una cittadina di mare dal centro curato, pieno di bei negozi, con le case ristrutturate e un bel porto turistico

è proprio da qui che domani mattina alle 8 partiremo in traghetto alla volta di Pianosa

ma ora c’è da pensare a dove andremo a dormire
chiamo al telefono i numeri di cellulare appesi ai cancelli delle case
ma è tutto pieno
E poi per una notte non vale la pena

Chiediamo un’indicazione alla ragazza che vende i biglietti per Pianosa
ci segnala un campeggio poco fuori San Vincenzo, sulla collina di San Carlo
Anzi, un agricampeggio, come si dice oggi

Le piazzole, molte vuote, sono su un piazzale sotto a dei pini
Ci sono anche delle camere
ma costano più di 100 euro a notte e ci sballano il budget

montiamo la tenda
passando lungo la strada panoramica abbiamo chiesto ad altri bed and breakfast e affittacamere
ma non c’era un solo posto libero

il campeggio è pulito, la struttura è nuova. Ancora in costruzione

dalla collina si vede il mare luccicare in lontananza

Per la cena facciamo da sole, grazie
C’era anche un bel ristorantino (agriturismo Le Rondini di San Bartolo, San Vincenzo, Livorno, telefono 328 5663141)
Ma ormai siamo decise a non sgarrare la (mia) dieta e perché no, a risparmiare il più possibile

Lula accende il fornellino a gas e riscalda le lenticchie biologiche in scatola nel pentolino.
dalla borsa esce un barattolo di verdure speziate fatte da lei
abbiamo anche un piatto in plastica dura e un set di posate a serramanico da escursione
bicchieri in plastica e condimenti: olio bono, sale berbero e pepe nero

dopo c’è anche il dolce
Un barattolino di frutta cotta da me

Zio Paperone ai tempi della caccia all’oro nel Klondike sarebbe schiattato per l’invidia

Sedute su due panchetti pieghevoli, sotto ai pini, davanti al tramonto sul mare
quella sera abbiamo mangiato il cibo più buono del mondo

dopo aver ripulito le stoviglie e risistemato le nostre cose in auto abbiamo tirato tardi, per modo di dire, giocando a burraco ai tavolini dell’agriturismo
ho vinto sempre io (questa volta)

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A letto presto
L’indomani sveglia all’alba
e via verso l’isola di Pianosa

(3 – continua)

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una vacanza speciale – i preparativi (2)

cappello

 

A volte la preparazione è divertente quasi quanto la vacanza
Le settimane precedenti alla nostra partenza per le isole di Pianosa e Capraia sono già una piccola festa
ho trovato la mia amica pronta all’avventura, non che mi aspettassi il contrario eh
andremo in posti magnifici e allo steso tempo vicini
Potrò mangiare tranquilla i miei cibi vegani e senza glutine  senza timore di stare male a causa della dieta sbagliata

Bagagli
per trascorrere pochi giorni in campeggio è necessario ridurre al minimo l’equipaggiamento, anche se certe cose devi portarle sia se stai fuori tre giorni che un mese
Tenda, sacchi a pelo, fornellino a gas, lampada da esterno
Poi bisogna sperare che le previsioni meteo siano il più azzeccate possibile per ridurre i capi di abbigliamento allo stretto essenziale
un impermeabile e un maglione però ci vogliono anche in pieno luglio per non rischiare di soffrire in caso di abbassamento improvviso della temperatura

Anche se viviamo a 400 km di distanza, con Lula ci sentiamo quasi ogni giorno via email o su Whatsapp per confrontarci su quello che può servire o no
le mini confezioni per i cosmetici, stile viaggio in aereo
L’abbigliamento tecnico, o etnico, come piace a Lula
si contano i giorni effettivi di vacanza per decidere il numero dei capi di biancheria, maglie, pantaloni

Io intanto penso alla cambusa
Per 4 colazioni bastano altrettante confezioni da mezzo litro di latte di capra a lunga conservazione e lo steso numero di pacchi di biscotti senza glutine
8 pranzi e cene si risolvono con i barattoli di ceci, fagioli, lenticchie biologici, da scaldare in un pentolino di metallo sul fornellino a gas
qualche spezia per insaporire, sale e pepe e una boccettina di olio buono
Lula porta anche una maxi scatola di semi misti tostati e salati, preparati con le sue mani, che serviranno per insaporire pranzi e cene ma anche da portare in spiaggia per quando viene un po’ di fame
aggiungiamo due barattoli di verdure cotte al tegame con le spezie, fatte da lei, e altri due barattolini di frutta cotta con uvetta e pinoli che ho preparato io
Tutti sigillati e sotto vuoto
Un po’ di frutta secca, qualche barretta energetica, una confezione da 6 bottiglie di acqua

Per la frutta e la verdura fresca, nel caso, ci arrangiamo sul posto
ma non avendo frigorifero né spazi chiusi dove conservare i cibi dobbiamo eliminare tutto ciò che è deperibile e che può attirare formiche e altri animaletti

qualche giorno prima della partenza, finalmente in Toscana, vado a casa di Lula per fare il punto sui bagagli
il suo garage è come il magazzino di Decathlon

escono accessori da campeggio da ogni scaffale

la tenda è a posto, se l’elastico dei tubi regge…
Il vecchio igloo della Ferrino ne ha fatta di strada da quando lo inaugurammo nel 1990 all’Elba per un concerto di Gianna Nannini
Eravamo in quattro quella volta
Lula non c’era ma ci offrì la tendina appena acquistata
Ancora oggi ci chiediamo come abbiamo fatto a starci comodi tutti e quattro senza problemi
ce lo chiediamo io e lei
Raffa non lo so se ci pensa ancora, Rosario e Alessandra purtroppo non ci sono più

La cernita degli zaini e dei bagagli si conclude con una decisione definitiva
porteremo uno zaino capiente a testa con dentro uno più piccolo da usare giornalmente
zero borse chic
per trasportare la tenda i sacchi a pelo l’acqua e qualche altra cosa più pesante come le scatolette di legumi useremo un vecchio trolley di grandezza media
Una valigetta morbida conterrà il resto del cibo: latte, biscotti, cracker, gallette

ah, non dimenticare le carte, mi raccomando
e un libro da leggere, forse due

Partono ufficialmente le prove valigia con gli asciugamani in microfibra schiacciati in fondo allo zaino, e uno piccolo a portato di mano per le emergenze
ciabattine e scarpe da ginnastica
Sandali ai piedi
Tre vestiti, due magliette, un maglioncino leggero e uno più pesante
un pigiama estivo
Calzini mutande reggiseni
costumi
crema solare, protezione 50
Anti zanzare, fatto da noi, cioè da Lula, con gli oli essenziali

Ah un materassino per dormire
Un telo per ogni evenienza
il Batik che mi ha portato Milena da Bali è perfetto
La macchina fotografica non serve
E’ ingombrante, ci arrangiamo con i telefonini
I cavetti per la ricarica, mi raccomando
Una presa universale
un cuscino gonfiabile
un rotolo di carta igienica che non si sa mai, uno di scottex, una spugnetta e un po’ di sapone liquido per piatti
la vaschetta per lavarli ce l’ha Lula nell’attrezzatura da campeggio
sembra una bustina di plastica, poi si apre e diventa una bacinella
Miracoli en plein air

Ah un ombrellino per proteggermi dal sole di Pianosa, come una damina dell’Ottocento
E già che ci siamo anche un ombrello da spiaggia che infileremo lungo il trolley

Campeggio è avventura, sì
Ma non ci facciamo mancare nulla

dopo giorni di prove, aggiunte e ripensamenti, il bagaglio perfetto è pronto e possiamo partire
Pianosa, Capraia, aspettateci, stiamo arrivando!!!!

(2 – continua)

 

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una vacanza speciale – un’idea nata per caso (1)

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Parlo con una collega e il discorso cade sulle isole di Pianosa e di Capraia

Chissà perché non le avevo mai pensate come meta di una vacanza

Di Pianosa a dire il vero avevo letto un bel servizio diversi anni fa: un paradiso incontaminato aperto, pur con limitazioni, ai turisti dopo la chiusura del carcere

Mi ero presa un appunto mentale nell’occasione, ma poi chissà

Quando la collega le ha nominate mi si è riaccesa la lampadina

Visitarle era una cosa assolutamente fattibile

Prima di tutto perché sono in Toscana, quindi avrei potuto abbinare il viaggio nelle isole ad un periodo di ferie che solitamente trascorro a casa

Questo avrebbe voluto dire anche avere qualcuno a cui lasciare il gatto, Ercolino, per alcuni giorni senza problemi

Pensato tutto ciò si trattava solo di trovare la persona giusta per intraprendere il viaggio, individuare il periodo e iniziare a organizzare la vacanza

“Lula, ti va di venire con me qualche giorno a Pianosa e a Capraia? ”

“Certo che si. Sono libera dal 18 al 22 luglio”

“Bene, allora organizzo”

I primi giorni sono stati quasi da panico. Le isole dell’arcipelago toscano non sono esattamente delle mete turistiche popolari. Difficile trovare i collegamenti e le sistemazioni. Per Pianosa si doveva solo individuare il giorno e prenotare la visita con le guide autorizzate, visto che non ci sono altri modi di entrare nell’isola.

Ma prima di decidere il giorno preciso occorreva organizzare la permanenza a Capraia, visto che a Pianosa si va dalla mattina alla sera (in realtà, una volta sull’isola,  abbiamo scoperto che si può anche rimanere a dormire. Ma sarà per un’altra volta)

Appurato che di traghetti da Capraia a Pianosa non ce n’era nemmeno l’ombra abbiamo cominciato a pensare a varie alternative.

Studiando le varie possibilità e incastri fra partenze arrivi e pernotti stilo un programma all’apparenza un po’ complicato ma possibile per due amiche lanciate verso l’avventura come noi

Partenza il venerdì pomeriggio, pernotto a San Vincenzo, da dove il mattino successivo, sabato, parte il traghetto per Pianosa.

Visita all’isola rientro nel pomeriggio, pernotto da qualche parte (ancora San Vincenzo?) E ripartenza, domenica di buon’ora, alla volta di Livorno, da dove sarebbe partito la mattina alle 8.30 il traghetto per Capraia

Una volta arrivate nell’isola delle capre poi ci saremmo potute rilassare per due giorni e mezzo fino al momento di ripartire e tornare a casa

Cerco un albergo a Capraia: è rimasta una camera doppia in un hotel a un sacco di stelle. Intanto per sicurezza prenoto. 650 euro, con lo sconto

Lula dice che è un po’ troppo

È vero ma di prendere un appartamento non se ne parla per tre giorni e basta

Le settimane si vendono da sabato a sabato anche a Capraia

Allora come si fa?

“Lula, o se s’andasse in tenda? ”

“Perché no?”

Ripenso tutta l’organizzazione degli spostamenti nell’ottica di trovare un campeggio

Sì prova anche a considerare di andare all’Elba e poi muoversi da li ma alla fine si ritorna al mio apparentemente complicato piano iniziale

Quindi, cose da fare:

Prenotare la visita a Pianosa per due per sabato 18 luglio

Cerco su internet e trovo il sito di Visit Pianosa

Contatto le guide e fisso la passeggiata mattutina lungo l’isola con pranzo al sacco

“Cavolo Lula,  il pranzo… con sta storia del glutine e di tutte le mie intolleranze sarà un casino mangiare fuori. E poi su un’isola…”

“Che problema c’è?  Ci si porta dietro quello che ci serve… e non preoccuparti.  Anche io mangerò come te in quei giorni, avevo proprio voglia di disintossicarmi un po’. Non potrà che farmi bene….”

È ancora maggio ma io non voglio rischiare di rimanere senza posto. Chiamo l’unico campeggio di Capraia, Le Sughere.

Risponde Marco, il titolare, accento fiorentino o pratese, non so

“O che vuole prenotare già ora? mi richiami più avanti…”

“Tipo quando?”

“Ai primi di luglio… così si vede come va la stagione. Ci sta che ‘un ci sia nemmeno bisogno ddi prenotare”

Lo ammetto, sono un po’ agitata.

Mi sento anche ridicola nel mio perfezionismo organizzativo ma è così tanto tempo che non faccio una vacanza come si deve che non voglio rischiare di sciupare l’occasione

Studio le tratte dei traghetti on line ma anche da lì non se ne esce

Per Pianosa si parte da San Vincenzo, per Capraia da Livorno

Le due isole divise dall’Elba per cui nemmeno per questa fanno riferimento agli stessi porti

Per Pianosa si passa da Marina di Campo, per dire

Capraia fa il viaggio diretto da Livorno ma guarda il versante opposto dell’Elba

Ah ecco, perché un’altra cosa che aveva chiesto Lula era di lasciare l’auto in terraferma

Così si sarebbe anche risparmiato il costo del traghetto

Ora, a Capraia con la macchina non si fa nulla, visto che c’è un’unica strada di 800 metri ma se si fosse andate all’Elba sarebbe stato un po’ più complicato in effetti

Comunque alla fine i tasselli cominciano a combaciare

Quello che a prima vista sembrava un viaggio impossibile inizia a prendere forma, grazie alla mia caparbietà, ma soprattutto anche allo spirito di adattamento e all’entusiasmo della mia amica, compagna di viaggio preziosa e incomparabile

Dopo mesi lunghi e bui comincio a vedere delle giornate piene di azzurro nel mio futuro

La natura delle isole toscane, le due quasi più sconosciute, meno frequentate e incontaminate, mi aspettava

La vita di campeggio mi avrebbe permesso di vivere ancor più a contatto con quella natura

E la vacanza fuori dagli schemi mi avrebbe sicuramente aiutato a riprendermi da un brutto periodo ridandomi la forza di prendere in mano la mia vita e di andare avanti ritrovando la gioia e l’entusiasmo perduti

Questi almeno erano i miei sogni, le mie aspettative da una vacanza in quasi solitudine, immersa nel verde degli alberi e nell’azzurro del mare e del cielo.

(1 – continua)

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