Capisco che la vacanza è finita quando Lula si rimette i gioielli che in questi giorni non aveva mai indossato. Sono solo ninnoli africani, niente di prezioso, ma il gesto indica che ci stiamo preparando a rientrare nella civiltà dopo i giorni passati a dormire per terra in mezzo agli eucalipti. Finché stavamo a Capraia, fra il campeggio, le calette sul mare, la passeggiata centrale, non c’era bisogno di niente. Un paio di pantaloni qualsiasi, una maglietta e un golfino. Niente trucco, niente inganno Fuori da qua sappiamo che è diverso. E il gioiello, pregiato o di bigiotteria, funziona un po’ da scudo. Anche se solo simbolico. L’ultima mattina a Capraia proviamo a fare un giro in barca Ma soffia il maestrale “Mai successo a luglio” commenta Marco, il proprietario del campeggio Impossibile uscire, troppo pericoloso pur stando vicini all’isola rischieremmo di venire sbattuti contro le rocce Non importa, lo faremo un’altra volta Passiamo le ultime ore prima dell’arrivo del traghetto sulla “spiaggetta” di sassi e cemento vicino al porto. Il vento è fortissimo ed è difficile leggere e tenere il cappello in testa All’ombrellone in spiaggia abbiamo già rinunciato
L’ultimo pranzo lo facciamo al ristorante del campeggio, una sorta di self service, negozio di alimentari e bazar Prendiamo verdure cotte e insalate miste e poi diamo fondo alla nostra cambusa svuotando una lattina di lenticchie e accompagnando tutto con le immancabili gallette di riso La scelta gastronomica è legata alle mie intolleranze alimentari La vacanza è scivolata anche sulle nostre cene e i nostri pranzi cotti al fornellino da campo Ceci, lenticchie, fagioli in scatola, come Zio Paperone ai tempi del Klondike Una volta abbiamo cotto anche gli spaghettini di fagioli mung comprati allo spaccio dell’isola E per condimento, oltre all’olio al sale speziato e al pepe, il finocchietto selvatico di capraia E a volte anche qualche erba meno conosciuta (e subito sputata)
Per colazione latte di capra (a lunga conservazione in confezioni da mezzo litro, giusto per due, vista la mancanza del frigorifero) e biscotti senza glutine Lula mi ha accompagnato condividendo i miei stessi pasti Per me è stato un gesto di amicizia eccezionale Poi lei ha detto anche anche che non era mai stata così bene, anche fisicamente, in vacanza, e questo mi ha consolato per le sue privazioni Ma intanto abbiamo provato che si può fare E questo è stato un altro passo avanti verso la libertà Nel pomeriggio, raccolti i nostri bagagli al camping e dopo aver pagato, saliamo sul traghetto per Livorno Il viaggio con il sole ad occidente è pieno di colori nuovi Lungo il tragitto salutiamo la Gorgona ripromettendoci di visitarla appena possibile
Dopo due ore approdiamo al porto Poco fuori ci sono due ragazze sedute su una panchina all’ombra dove ci fermiamo con zaini e valige Chiediamo loro di farci una foto ricordo “Da dove arrivate?” Glielo spieghiamo “Che bello! Quindi organizzano gite per Pianosa e Capraia?” No, decisamente no. Non le organizza proprio nessuno Ci siamo organizzate tutto da sole Ed è stato proprio ganzo Alla fine è filato tutto liscio come l’olio Sulla strada del ritorno ci fermiamo a mangiare una fetta di cecina Poi, arrivate a casa, scarichiamo le borse E allora si, che è finito Ma io questa vacanza, ne sono sicura, non me la dimenticherò mai
(6 – fine)