Se avessi avuto il telefonino almeno avrei potuto fotografare. Sai che effetto rivederli tutti insieme. Da una parte il vigile a piedi che parla al telefono, sotto il suo naso una automobilista ferma al semaforo con il cellulare attaccato all’orecchio e due metri più in là una passante anche lei tutta presa da una conversazione telefonica.
La mia passeggiata stamani invece era senza accessori elettronici. Ogni tanto ci vuole. Quindi non ho potuto immortalare la scena.
Camminavo sotto un sole, alto e raro di questi tempi, riflettendo su una cosa che ho letto da qualche parte in questi giorni. Che fare la doccia calda ogni giorno, cioè, è una di quelle abitudini che ci porteranno alla rovina. In questo caso della pelle.
In effetti, riflettevo, quando ero una ragazzina non c’era proprio questa febbre della doccia tutti i giorni. Dicono che ci è venuta insieme al modello di vita americano, forse con i film, chissà.
Ricordo che da bambine mamma ci costringeva a fare il bagno, a me e alla mia sorella. Ogni quanto di preciso non saprei dire. Una o due volte a settimana, forse, sicuramente non di più.
Quando si andava ospiti rimanendo a dormire a casa di qualcuno, dei nonni, di amici, di parenti, col cavolo che la mattina ci si faceva la doccia nel loro bagno. Si ringraziava e si tornava a casa.
E la doccia, o il bagno, semmai si facevano qui.
Avrò avuto vent’anni quando ospitai giù nel seminterrato, io vivevo ancora ai piani superiori, un musicista jazz. La mattina insieme al caffè mi chiese di poter fare una doccia. Io e la mia famiglia eravamo completamente disorganizzati in tal senso. In fretta e furia recuperammo un accappatoio e mandammo l’ospite in uno degli appartamentini di là dove c’era la benedetta doccia. Ora per fortuna è anche nel seminterrato. Ci siamo evoluti.
Si ma a parte tutto, il discorso dell’usura della pelle con l’acqua calda quotidiana un po’ mi dà pensiero. E che cavolo
Un’amica un giorno ha detto che la pelle delle donne va sempre lavata con acqua fredda.
Io la doccia fredda me la sono fatta abbastanza a lungo, non quella di moda su You tube, quella vera, ma ora son tornata al tepore di quella calda e, pur non rinnegando i benefici effetti dell’acqua fredda sulla pelle mi fa fatica pensare di tornare a farla di nuovo gelata al mattino
Mentre passeggio incrocio tre turisti tedeschi, due ragazze e un ragazzo
Dall’odore che diffondono nell’aria non pare che la doccia sia uno dei loro pensieri più assillanti
Vabbè, magari sono in giro da stamattina all’alba. Ci sta
Risalgo verso casa lasciandomi alle spalle il vigile a piedi che parla al cellulare Scende una coppia un po’ bizzarra, altissimo e magro lui, tonda tra e piccola lei
Lui parla fitto fitto al cellulare e le va addosso ogni tanto mentre lei scocciata lo respinge
Buffi
La donna lascia una scia di un profumo che non esiste in natura
Io dico, ma certo profumieri a cosa pensano quando lavorano?
Incrocio un altro ragazzo
Il sole picchia forte e lui si è tolto la camicia
Anche lui a quel che sento non è un estimatore della doccia al mattino
Ma almeno avrà una bella pelle
Consolante
Fra telefoni e odori arrivo sotto casa dove mi attende la ciliegina sulla torta
Una ragazza straniera con le gambe arcuate come un centravanti della nazionale arranca con i piedi infilati in un paio di scarpe rosse zeppa e tacco 12 ma forse anche di più
Molto fini sì
Sopra alle gambe, in zona pubica, sventola una galetta nera
Magari gliela avranno spacciata per una gonna
Saltella goffa sul porfido, non so se più in difficoltà per la forma delle gambe o per quella del tacco, appesa al braccio dell’orgoglioso compagno
Gli impiegati dell’assicurazione, fuori dall’ufficio in gessato nero e sigaretta d’ordinanza, la guardano divertiti
E in effetti sì cavolo
Stavolta avessi avuto il telefonino una foto l’avrei scattata proprio volentieri
Eh eh eh le tecnologie hanno contagiato tutti. L’abitudine all’igiene personale un po’ meno 😦 Ciaooo
Simona!!! come mai non passi più di qua!? Ma perchè tutti quanti prima o poi lasciano il loro blog e restano attivi solo sui social? Uffa, un certo numero di persone che conosco lo hanno fatto e la cosa mi rattrista. Nei blog si è più autentici, riflessivi, veri. Sui social si è più ‘mordi e fuggi’, 2 battute tanto per esserci, magari rubate o condivise da altri. Ma vuoi mettere? Io ho il mio blog da …oddio, 9 anni! Ho avuto i miei momenti di ‘stanca’, ma l’ho sempre considerato il mio rifugio. Mai e poi mai potrà essere rimpiazzato da facebook.
Cambiando argomento…sai che mi sono scoperta a pensare “devo fare un giro in piazza (dei martiri) e fare un salto all’oviesse.” Poi mi sono resa conto che non sono più a Belluno. Devo ammettere che una piccola fitta di nostalgia l’ho sentita. Non dirlo a nessuno però…;).
Spero che continueremo a tenerci in contatto, in un modo o nell’altro. Un abbraccio, e una carezza al miciotto.<3
Paola tranquilla il blog non lo chiudo Ora però sono in vacanza e pare strano ma ho meno tempo per me di quando lavoro Poi mi si è rotto il PC e scrivere sul blog dal telefonino o dal tablet è un disastro, almeno per me Ma torno stai tranquilla Fra l’altro concordo pienamente con l’analisi espressiva delle differenze fra sociale e blog ed è proprio per quel motivo che ho aperto il blog mentre su Facebook scrivo due stupidaggini ogni tanto E su Twitter niente… Dammi tempo e torno E quando pensi a piazza dei Martiri guarda il mare così ti passa la nostalgia Spero Ciao Simona
Inviato da Samsung Mobile