due o tre cose che ho imparato sull’Ayurveda

era da un po’ che volevo scrivere qualcosa del genere
ma l’impresa non è facile
primo perché l’Ayurveda è una scienza millenaria ricchissima e piena di implicazioni legate alla conoscenza del corpo umano inserito nel contesto delle differenti stagioni (ma anche delle ore della giornata e dei giorni della settimana) e nell’universo, con i suoi movimenti
lo stato di salute dunque si ottiene, o si mantiene, dalla conoscenza e dal rispetto delle regole universali sintetizzate migliaia di anni fa dai saggi indiani
una robina da poco, ecco

il secondo motivo è che ho pensato, fino ad ora, che questo percorso di scoperta graduale dell’ayurveda (che ho seguito abbastanza a singhiozzo) fosse essenzialmente una cosa mia di difficile condivisione, anche perché si tratta di affrontare pratiche “strane”, cucinando con ingredienti fuori dal nostro quotidiano e a volte anche difficili da trovare

terzo motivo, la difficoltà di spiegare quello che sento io in merito all’ayurveda, o meglio in merito ai miei goffi tentativi di seguire in minima parte questa filosofia alimentare
ma visto ciò che ho accennato nel mio ultimo post credo che una pur minima spiegazione sia necessaria

comunque alla fine una cosa è certa. che questo modo di mangiare fa stare bene, fa stare meglio

il primo ostacolo da superare è mentale
il cibo non è più quella cosa che mangi perché hai fame o perché ti piace
è un “farmaco”, quando si hanno dei problemi, delle malattie
e una sorta di “benzina” quando siamo in salute
il cibo non è più la finalità del pasto ma il mezzo per acquistare l’energia occorrente per stare in salute
prodotti sani e naturali legati alla stagione, cucinati sul momento (o in giornata), conditi con spezie legate alle nostra costituzione fisica o del momento (i dosha, che indicano lo squilibrio degli elementi, aria fuoco terra acqua, nel nostro organismo), producono nel corpo una reazione chimica che permette una digestione veloce, con un’alta assimilazione dei nutrienti e una eliminazione delle scorie
questo porta un senso di energia, leggerezza e lucidità mentale non indifferente, andando ad incidere sull’umore e sulla capacità di affrontare le nostre giornate e quindi la nostra vita
e tutto ciò solo imparando a mangiare quello che ci fa stare bene anziché soltanto quello che ci piace

detto così sembra facile. ovvio che non lo è
ma nemmeno Roma fu costruita in un giorno

il secondo ostacolo è culturale
ho potuto constatare personalmente che la maggior parte delle considerazioni attuali sugli alimenti e le diete sono delle vere stupidaggini se paragonate all’Ayurveda
considerato anche che le affermazioni di dietologi ed esperti di cibo variano ad ogni stagione, mentre l’Ayurveda mantiene la propria coerenza da almeno duemila anni
un esempio?
la supposta nocività del pepe nero considerato in Ayurveda un vero e proprio spazzacamino delle tossine del nostro organismo, tanto che la persona che mi ha iniziato a questa cultura una volta mi ha detto: “se ti trovi a mangiar fuori e sei costretta ad ingerire cibi che non ti convincono, cospargili di pepe, così li digerisci prima e spazzi via tutto”
è un po’ quello che fa la Nux Vomica, un rimedio omeopatico, da prendere prima e dopo (4 o 5 globuli 5 CH) aver mangiato o bevuto cose che non ci fanno stare molto bene

il terzo ostacolo è oggettivo
dove mangiare cibi preparati con tutte queste caratteristiche se non a casa propria?
appunto
intanto è un punto di partenza
meglio poco che niente
ovviamente io parlo secondo la mia esperienza che è quella di una persona che vive sola e che quindi ha pieno possesso della propria cucina e può gestire pranzi cene e colazioni come meglio crede
quando si hanno conviventi o ospiti il discorso cambia
ma intanto pensiamo per noi, per gli altri una pasta al pomodoro c’è sempre

il primo passo da fare per una infarinatura ayurvedica è scoprire quale è il nostro dosha, facendo un semplice test che si trova on line. quale è dunque il nostro elemento di squilibrio
Vata, aria, freddoloso e veloce, rischia l’iperattività
Pitta, fuoco, energico, pieno di calore e irruento, rischia le infiammazioni
Kapha, terra e acqua, calmo e forte, rischia il ristagno
questo significa che dobbiamo cercare cibi che non aumentino, ma anzi mantengano stabile o diminuiscano, il nostro dosha preponderante, per cercare di riequilibrarlo con gli altri due

per il resto, se il percorso ci interessa, possiamo fare un giro su internet cercando testi e consigli, comprare un libro di ricette ayurvediche, frequentare un centro (in Toscana ce n’è uno a Principina a Terra, Grosseto) o persone che praticano l’Ayurveda

Molte erbosristerie e anche qualche farmacia oggi propongono visite con medici ayurvedici che stabiliscono il dosha e consigliano la dieta adatta

tutto va bene, per iniziare
poi, pian piano, si sperimenta, si osservano gli effetti su di noi, e si decide se continuare e approfondire, oppure no

male sicuramente non fa

4 commenti

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4 risposte a “due o tre cose che ho imparato sull’Ayurveda

  1. Paola_surfy

    Conosco un quarto ostacolo: la pigrizia 🙂

  2. Ah ah! Vero Paola… Non l’avevo considerato…
    🙂
    Le mail ti raggiungono ovunque con BlackBerry® from Vodafone!

  3. lorena

    Un gran bel percorso!

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