Certe persone non lo sapranno mai che cosa significano per gli altri
Lui non lo sapeva di sicuro che io lo pensavo sempre
Non era un pensiero voluto
semplicemente lui era lì, e per tante cose mi veniva da pensare a lui
lo vedevo con gli occhi della mente
ma come fai a dire a un amico che vive lontano che la sua faccia ti passa davanti agli occhi un mucchio di volte
per esempio, quando vorrei dire una cosa intelligente e ironica per commentare una situazione ma senza farmi prendere troppo sul serio
lo so non ci riuscirò mai
lui in questo era speciale
e il pensiero è sempre andato lì
A david
David rossi, si doveva sempre specificare per non scambiarlo con david taddei, amici, colleghi, stesso ambiente, stessi anni
quando penso al modo giusto per sdrammatizzare una situazione mi viene in mente lui, david, e cerco di immaginarmi che cosa direbbe
E se non fosse successa questa cosa terribile probabilmente non avrei nemmeno realizzato che senza saperlo mi faceva compagnia e mi ispirava quando ce n’era bisogno
Fai come faresti, mi diceva quando gli chiedevo un consiglio
e giù, la bocca gli si apriva appena in quel sorrisino furbo
Per avvisarmi si e’ scomodato il mio direttore in persona
Si ricordava di quella volta che gli avevi mandato i saluti per me
anche allora mi chiamò e mi disse che gli avevi parlato molto bene di me
“E che dovevo dire, che avevo lavorato con una incapace? Ci avrei fatto una brutta figura anche io”
Mi sono seduta sul divano cercando di focalizzare il pensiero che non riusciva a prendere forma nel mio cervello
Si e’ suicidato david rossi
Lo so che son frasi che si dicono sempre e fa tanto oddio io non ci credo
Ma e’ veramente difficile crederci
Devo parlare con qualcuno
Non puoi stare da sola quando ti dicono una cosa così
Chiamo david, l’altro
Telefono staccato
Chiamo raffa, al telefono, niente messaggi anche se è tardi
ho visto dopo che mi aveva già scritto che c’era una notizia terribile
Quando alla fine rimango da sola dopo le parole inutili ma necessarie il dolore si espande
L’idea che quella cosa orribile è veramente successa si fa concreta
Tutti i giornali on line la danno come prima notizia con tanto di foto
La sofferenza è come un’onda che entra nel cuore nei polmoni si diffonde nei muscoli esce dagli occhi e dalla gola
Perché ti sei fatto così male?
Perché hai valicato quel confine
Perché tu
Tanti anni fa comprai la Mazdina cabrio dopo averla vista a lui
Avevo paura di non farcela a mantenerla, eran tempi un po’ incerti
E lui, con quel modo di fare tutto suo, la bocca quasi chiusa a metà fece la sua battuta
“No, l’unica sarebbe che compri la macchina sportiva e ci metti la bombola a gas”
Quanto mi faceva ridere
Apriva bocca, diceva le sue glacialità, frasi fendenti e mai fuori luogo di un’intelligenza lucida e lungimirante
Poi apriva le labbra in un sorriso bellissimo e muoveva le mani per accompagnare il discorso
E se la battuta gli veniva bene ne faceva un”altra e un’altra ancora, divertendosi un sacco
Qualche tempo fa passai a salutarlo al monte, all’ufficio di rocca salimbeni
no, mi viene mal di pancia ora non posso pensare a questo
David
Intelligente pungente ironico misurato
Equilibrato, sempre perfetto, preciso, puntuale
L’altro david lo prendeva in giro, con quanto affetto, per quel modo di essere sempre perfettino e posato e lui faceva anche finta di incazzarsi con sdegno e altezzosità, rilanciando senza pietà
Ora i pensieri si accavallano senza logica rimestando nei ricordi
Non credevo nemmeno, tu così lontano, di poter soffrire tanto per te
ma abbiamo condiviso giorni mesi e anni
e un mondo
In questo periodo di crisi della banca ti ho pensato spesso, mi sono chiesta come la vivevi
Il tuo profilo facebook era vuoto da mesi
La mente mi porta in via Montanini
Nella redazione del Cittadino
Dove fumavate tutti e alla fine io per protesta lavoravo con la mascherina antigas
Quante polpette del vitti si saranno mangiate insieme al tavolo bianco
Mi ricordo il giorno del suicidio di kurt cobain
Io ero nell’altra stanza quando arrivò la notizia
Non ricordo che cosa dicesti, una frase mi frulla in testa ma non prende forma
Mi viene in mente il tuo cane, quello di allora
E i tuoi quadri, belli, forti
la passione per l’arte, che prima o poi entrava sempre nei tuoi discorsi
Ti vedo davanti ai miei occhi risento la tua voce ma non riesco a trovare le parole per descrivere la persona che eri i tuoi atteggiamenti le sensazioni che trasmettevi
eri tanto, David
tanto
Penso solo al peso enorme che avrai avuto dentro e non so spiegarmi perché in tutto quel disastro proprio tu
No, lui no
Lui no
Perché lui
Perché tu
Ho letto sui giornali, prima di leggere questo articolo. Il sistema là dentro plasma i cervelli nobili. E più sono nobili e più stanno male ad essere plasmati. Della storia di Kurt mi sono documentato (dopo aver ascoltato anni Nirvana). Stessa cosa. Cervello nobile con tentativo di plasma da parte del suo stesso mondo. Alla fine c’è chi scappa, c’è chi non regge. Stammi bene David. Stammi bene Kurt. Scelta di libertà, capibile ma non condivisibile per me. Comunque sia rispetto, tanto rispetto.
grazie Piergiorgio, le tue parole mi hanno fatto bene. hai colto il senso di chi era. per i motivi non lo so, non so proprio spiegarmi.
di sicuro rispetto
tanto rispetto
Di certo è un segnale lanciato, Simona. Qua si deve andare a fondo dei motivi. Ma questo è il tuo mestiere, io posso solo immaginare l’ambiente in cui si è trovato con tutti gli occhi puntati al mattino … qualcosa c’è, il biglietto non lascia dubbi. Pare un messaggio rivolto a sè stesso, ma le colpe non sono mai di una persona sola.
Entro in punta di piedi. Mi sento un po’ indiscreta ad intrufolarmi dove c’è amicizia e dolore che io, da perfetta estranea, posso solo intuire. Certo è che quando una persona così, come la descrivi, arriva ad un gesto così estremo quanto inaspettato, deve avere dentro di sé qualcosa che si è irrimediabilmente rotto. E non ci sono toppe o ingessature che possano ripararlo. Credo anch’io che bisogna essere disonesti quanto basta per sopravvivere a certe pressioni. E lui si vede che non lo era.
Mi dispiace per questo tuo nuovo dolore. Un abbraccio
Simona.
Vedi, manco più il mio nome so scrivere…
Sonia. non hai idea di quanto io sia con te e David (T). Anche se non ci sentiamo. Non ho bisogno di parlarvi per sapere. Basta fare un calcolo approssimato, la mia sofferenza, che e’ gia’ abbastanza, al numero esponenziale del vostro coinvolgimento nella sua vita. Più avanti ci sentiremo. Intanto un abbraccio silenzioso