se facessi la cuoca, probabilmente, nel mio giorno libero avrei voglia di scrivere un po’ ma siccome faccio la giornalista quando non lavoro in genere cucino.
a parte le fantasie su progetti di ristoranti più o meno toscani e più o meno vegetariani ogni tanto mi piace sperimentare
e oggi si prova a fare la marmellata di porri così capirò anche il motivo, forse, per cui sul web non ne esiste nemmeno una ricetta a differenza di quelle di cipolla
per farla ho dato un’occhiata a qualche ricetta e ho scelto quella della marmellata di carote con la bollitura della verdura e l’aggiunta successiva dello sciroppo di zucchero con conseguente lunga ribollitura
vedremo
se dovesse venire male avrò buttato via due porri e un etto di zucchero
amen
invece alla fine mi son dovuta decidere e sono finiti nel sacchetto dell’umido dopo settimane di attesa e di vana speranza cinque, dico cinque, coppette di dolce vegan alle bucce di arancia
sob
mi aveva dato la ricetta mamma dicendo che a lei era venuto buonissimo ma qualcosa a me non deve esser girato proprio bene perché è venuta una palla di amido immangiabile nonostante gli sforzi e la buona volontà
quindi oggi, giù nel bidone
a far loro compagnia anche un altro esperimento di qualche tempo fa
mi sa della fine di gennaio quando sono stata malata
biscotti, vegani anche quelli, al malto di orzo
a parte che quando uno è malato dovrebbe pensare solo a riposarsi e curarsi (ma forse li avevo fatti qualche giorno prima) se qualcuno mi spiegasse il significato che ha sulla terra la presenza del malto di orzo, del quale a suo tempo acquistai un barattolo da mezzo chilo, gliene sarei molto grata
il giorno di riposo serve anche a riposarsi, ovviamente, e a fare un po’ di pulizia
e non solo in frigo
quindi dopo il giro di lavastoviglie e lavatrice potrei pensare a sistemare la distesa di documenti, fogli, foglietti e ricevute varie che si ammassano nei mesi sul tavolino e nei cassetti senza imboccare mai il posto giusto alla prima
oggi è stata anche una bella giornata di sole, che io ho visto dalla finestra, dedita com’ero alla pigrizia
però ho steso fuori le lenzuola, una cosa che a Belluno puoi fare a ogni morte di papa
forse contano anche le dimissioni
c’è un ostacolo grosso però, alla sistemazione dei documenti
a parte una resistenza durissima che mi coglie al solo pensiero
ieri ho finalmente imbroccato il libro giusto, dopo averne iniziati e scartati una marea (nemmeno roba dozzinale, ma proprio non mi ha preso)
il pensiero di abbandonare il mio gialletto adrenalinico per fare l’archivista non mi prende proprio bene
e visto che ormai sono a metà potrei anche fare un dritto e finirlo tutto in una botta, tanto non mi sono presa nemmeno un impegno con il mondo là fuori
per i soliti curiosi i libri abbandonati sono Il tuttomio di Andrea Camilleri che, mi dispiace per il dignitosissimo anzi geniale creatore di Salvo Montalbano ma se l’avessero dato da leggere al ragionier Fantozzi ne avrebbe fatto sicuramente la recensione appropriata
di Mancarsi di Diego de Silva mi è bastato leggere la presentazione per decidere di non provare nemmeno ad aprirlo, specialmente dopo aver letto, fino in fondo, Sono contrario alle emozioni
da L’amore graffia il mondo di Ugo Riccarelli, dopo Il dolore perfetto, mi aspettavo grandi cose
e non è detto che non arriveranno, magari in un altro momento
che cosa mi aspettassi da Via Chanel n.5 di Daniela Farnese invece è chiaro
distrazione, pura e semplice distrazione
una lettura che, paragonata al cibo, potrebbe essere come andare a mangiare al fast food
sai che ti fa male è inutile e nocivo ai fini nutritivi e alla fine non ti piace nemmeno ma ogni tanto ti prende l’impulso irrefrenabile e non puoi farci niente
ma dopo il primo capitolo in cui la protagonista, parlando in prima persona, si lamenta perché il suo fidanzato l’ha tradita con una taglia 48 con tutte le considerazioni del caso, ho pensato che perfino per una vegetariana sarebbe stato meglio un kingburger di fronte a quella lettura
facciamo così, mentre i porri saltellano nella pentolona di ghisa con lo zucchero di canna, mi rannicchio sul divano, accendo il mio reader e finisco di leggermi adrenalinicamente Lezioni di tenebra, di Enrico Pandiani, quello de Les Italiens
dopo penserò a stendere le lenzuola anche se forse, con un cielo così, una notte fuori magari non fa nemmeno poi tanto male…
Il mio sogno: avere una giornata tutta per me in una casa grande la metà di quella che ho, dove solo l’idea di mettermi a fare le pulizie mi fa venire voglia di scappare oltreoceano. Domani vedrò di occuparmi delle tue bucce d’arancia. Speriamo di essere all’altezza 🙂
ma non ti avevo risposto? che cafona… le bucce ringraziano, ma fai pure con calma, non è urgentissimo 🙂