Ho conosciuto luca funes meno di un anno fa
Quel giorno ero con michela in piazza alla bancarella del mercatino dei giornalisti che avevamo organizzato per raccogliere fondi per il soccorso alpino
Era il week end del 10 e 11 dicembre, quello lungo dell’immacolata
Un sole che non sembrava nemmeno inverno
Poco più avanti al nostro gazebo giallo nei casottini sotto porta dante vendevano pastin, patatine fritte e vin brule’
Era l’ora di pranzo o appena dopo
Io e michela sistemavamo le nostre carabattole sul banco smangiucchiando patatine con la senape
Tiziana aveva fatto un salto a casa
Fra i tanti oggetti esposti, oltre a quelli ricevuti in dono da ditte e negozianti, c’era un quadro dipinto per l’occasione da franco murer
Avevamo deciso di metterlo all’asta, lo avremmo dato al miglior offerente
La causa era buona
Il fondo di solidarieta’ per le famiglie che avevano perso i loro cari nelle tragedie di falco e del pelmo
Il 22 agosto 2009, quando precipito’ l’elicottero del suem e morirono in 4
E il 31 agosto 2011 quando due soccorritori furono travolti dalla frana del pelmo
Era un momento tranquillo
In giro a quell’ora c’era poca gente
Quando arrivarono due persone, un uomo giovane e corpulento dai lineamenti decisi sul volto sorridente e una donna alta e magra
Lei se ne stette sempre zitta e un po’ in disparte
Lui chiese se il quadro di murer fosse gia’ stato aggiudicato
Non ancora, dicemmo noi
Vorrei fare un’offerta, disse lui
Okay, ci dica la cifra, la scriviamo sul quaderno, ci lascia il numero di telefono e quando chiudiamo l’asta la chiamiamo per farle sapere se il quadro e’ suo o no
Quanto pensava di offrire
Mille euro, rispose come se non potesse essere altrimenti
Noi rimanemmo di sasso, ma probabilmente riuscimmo a non darlo troppo a vedere
Avevamo gia’ capito che il quadro sarebbe stato suo, ma diligentemente scrivemmo la cifra sul quaderno, e gli chiedemmo nome e telefono
Ci dette un bigliettino da visita
I numeri sono tutti qui, disse, mi chiamo luca funes
Ah, il veterinario?
Piacere!
Non l’avevo mai conosciuto di persona ma avevo sentito parlare mille volte di lui al giornale e mille saranno stati gli articoli in cui era stato citato per un motivo o per l’altro
Ci racconto’ di come sentisse vicini in modo particolare quelli del soccorso alpino perche’ anche lui faceva volontariato, come veterinario, con la protezione civile
E che era stato all’aquila dopo il terremoto e tutto il resto
Poi c’era la storia delle testuggini marine e un sacco di altre cose
Me le sono fatte rispiegare in seguito, perche’ li’ per li’ ero rimasta un po’ confusa per l’emozione di aver venduto il quadro cosi’ bene
Finche’ non chiudemmo il mercatino, che duro’ due giorni, lui continuo’ a fremere per sapere se si fosse aggiudicato il quadro o no
Fu felicissimo di sapere che era suo
L’avrebbe messo nella sala d’aspetto del suo ambulatorio, disse
Che tutti lo vedessero
Il disegno di franco murer raffigura le due grandi tragedie del soccorso alpino, falco e pelmo (la terza, quella del cridola, non era ancora successa) e questo per lui aveva un grande significato
Ci spiego’ che ogni anno faceva una donazione di mille euro a un’associazione
E quell’anno, anche grazie al nostro mercatino e al quadro, aveva scelto di farla al soccorso alpino
Poi cominciarono gli scambi di sms ed email, per chiedere gli estremi del conto corrente per la donazione, per sapere se il soccorso l’aveva vista, se avremmo fatto la conferenza stampa e come e quando sarebbe finalmente entrato in possesso del quadro
La fissammo una mattina qualche giorno prima di natale
Io sarei partita lo stesso pomeriggio per la toscana
Lui arrivo’ puntuale ed emozionato
Ci fu la consegna, i discorsi, le strette di mano, la cerimonia
Arrivata a casa in toscana capito’ che un cagnetto mi dette un morso alla mano. Niente di grave. Ma c’era bisogno di un consiglio comportamentale
Scrissi una mail a luca mentre avevo ancora il cagnetto tra i piedi
Tempo pochi minuti e mi rispose, fra la sorpresa dei presenti che mi chiesero se avessi un veterinario personale, spiegandomi la psicologia dei cani di quella razza (schnautzer) e l’atteggiamento che i padroni dovrebbero tenere in casi simili
Non era solo un amante degli animali. Le attenzioni che dedicava alle bestiole Luca Funes le aveva anche per gli esseri umani
Proprio in quei giorni scrissi sul blog il mio addio a vanessa, il setter irlandese che avevamo dovuto sopprimere più di un anno prima quando i reni l’avevano abbandonata
Non ero mai riuscita a liberarmi di un dolore sordo che mi era rimasto bloccato dentro, nella pancia
Ripensandoci ora, capisco che il fatto di aver conosciuto luca, pur senza aver mai parlato con lui di quell’episodio, mi ha aiutato a elaborare il lutto, scrivendo e pubblicando il racconto di quel momento tristissimo e doloroso (che lui fu il primo a commentare), e liberando il dolore che mi era rimasto bloccato dentro
Questo e’ il mio ricordo di Luca Funes, veterinario, ma soprattutto persona di un valore immenso
Uffa uffa …quanto dolore! Sai Simona sono un po’ stufa. Ne sono successi troppi quest’anno. Tu sei una persona con un sacco di contatti, per via del tuo lavoro e non solo, anche per la tua affabilità (non ti sto sviolinando, ne sono convinta). Ti capiterà di continuo di sentire di dipartite, più o meno premature. Lo so, questo dovrebbe stimolarci a vivere in modo diverso, senza accapigliarsi per delle idiozie e a rispettare maggiormente i nostri simili. Ma noi umani siamo di memoria corta e continueremo a sbranarci per un parcheggio. (Si vede che sono di pessimo umore?) Un abbraccio
Ciccia, mi spiace che sei di pessimo umore. Sì lo so, è tremendo che le persone se ne vadano così. Così presto, in modo così assurdo, così giovani e così pieni di cose da dare. Purtroppo è la vita. Noi possiamo solo ricordarli per come erano e provare a trasmettere i loro valori. Un abbraccio
Che fine hanno fatto i bicchieri da strada!!!???
Sono per strada… 🙂