come vivere una favola

Ecco ormai s’è capito, basta uscire dalla routine e arrivano le botte.
Oggi, per dire, c’avevo la premiazione. premio giornalistico Paolo Rizzi per la valorizzazione e la tutela delle tradizioni venete.
Appuntamento Ca’ Noghera ore 17. Al casinò, più o meno. Pensavo che il fatto che all’una, mentre mi lavavo i capelli mi fossero scoppiati i capillari nell’occhio destro potesse bastare al destino cattivo. In fondo, con quell’occhio tutto rosso su cui l’iride si stagliava incerta, avevo già assunto un aspetto da alieno quanto basta nell’unico giorno della mia vita in cui devo parlare in pubblico, salutare tutti stringendo mani, sostenere shooting fotografici ed esser intervistata dalla rai. Invece no, non era mica finita…
Quando sono uscita dal garage con la macchina, alle 15.30, anche con un po’ di anticipo, ho sentito subito che era successo quello che non mi è mai capitato, dico mai, in 30 onesti anni di guida. Ruota forata.
Ma dico io…
tragedia. mantieni la calma. Comincio a pensare a che cosa fare. Intanto passo dall’alfa, se c’è il signore che me l’ha venduta magari mi dà l’auto di cortesia. Non c’è. Non lavora più lì. E a quello che c’è ora non gliene può importare di meno. “Vada da un gommista” mi fa tranquillo. “Abbia pazienza, devo essere a mestre alle 5”. Andiamo in officina dietro.
Intanto passano i minuti.
Chiamo per annunciare il ritardo.
Il ragazzo smonta la ruota. C’è conficcato un chiodo di 4 centimetri. No, dico io, può capitare. Certo. Ma proprio oggi?
Si cambia. In una mezz’oretta ci si fa, mi dice. Anzi, facciamo un’ora. Non è possibile.
Allora mi spiego meglio, la cerimonia in cui io sono l’ospite d’onore non è a ca’ noghera, dove c’è il casinò della terraferma. No, e non è nemmeno a venezia. È a mazzorbo, segnatevi questo nome che ne vale la pena. Solo che ci vuole il suo tempo per arrivarci perché è un’isoletta della laguna, attaccata a burano. Per andarci c’è il traghetto che parte da chissà dove e chissà quanto ci mette o c’è la lancia di bisol, quello del prosecco, che ci ospita, e che parte da un cantiere infrattato in qualche stradina dopo ca’ noghera. Capito la storia? Mica facile eh….
E poi non ci sono io sola. C’è il presidente della giuria, quello dell’ordine dei giornalisti, altri colleghi, altri ospiti. e sono tutti lì ad aspettare me. Devo essere proprio io a mandare tutto all’aria? uff!
Passo in rassegna amici, volti, auto, orari di lavoro, assenze…
Idea. Quasi quasi chiamo l’amica con l’alfa. Lei sa che cosa significa. Le propongo uno scambio. Mi dai la tua per andare a venezia e tu aspetti che aggiustino la mia? Ci vuole un grande coraggio, magari anche una grande amicizia per fare una proposta così. di sicuro per accettarla. Lei lo fa. Ancora non ci credo.
Eppure è già finito tutto, sono andata e tornata. ed è andato tutto bene. Per come la vedo io è stato un miracolo.
Insomma salgo in auto. 1900 cc, diesel, sei marce. Un po’ di più della mia e vado. Vado forte. Poi vedremo quanti autovelox ho beccato. Intanto sono arrivata in tempo.
Nel frattempo anche bisol ha ritardato, bloccato dal traffico per un incidente. Così non ci ho fatto nemmeno la figura di quella che buttava tutto all’aria e stavano tutti lì ad aspettarla come la diva del momento. che, fra parentesi, non lo sopporto proprio.

Ok, allora, domani pubblico l’articolo vincente, per quelli che mi hanno chiesto dove potevano trovarlo e che sono interessati a leggerlo.
E poi vado a nanna che anche domani sarà dura.
Però oggi è stato proprio come vivere una favola.
E non solo perché l’amica dell’alfa aveva lasciato un cd di vasco rossi nell’autoradio…
Notte!

2 commenti

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2 risposte a “come vivere una favola

  1. Bella favola, commovente (per me sì…). Ti vedo arrabattarti per trovare soluzioni, col cervello all’erta, la mente arguta. Nessuno spazio allo scoramento e alla rinuncia, all’autocompatimento, all’autofustigazione.
    Solo (permettimi la battutaccia) all’auto….sostitutiva 🙂
    …..p.s. quella dopo il secondo punto era la descrizione di me stessa. Grande Simo!

  2. ciao Paola (tanti auguri!!!!!)
    mi risuonano in mente delle parole sentite chissà dove: ogni problema ha in sè la soluzione
    forse l’unico modo per risolverli è proprio quello di non cedere allo scoramento e al pessimismo ma rimanere vigili con la mente così da coglierla (la soluzione)
    Baci!
    Simo

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