Ore 5.45, suona la sveglia. In realtà sono sveglia già da un po’, aspettando che suoni. non vorrei esagerare l’alzata mattutina, per cui, aspetto e quando suona mi alzo.
Cerco di non far rumore, G. dorme ancora. Tempo mezz’ora e sono pronta.
Cerco di uscire dalla porta principale, ma la chiave sembra non funzionare. Meno male c’è quella sul retro. Faccio il giro della casa a piedi e salgo in macchina.
Il mare è a 11 chilometri. Ed è l’alba.
Posteggio dietro alla spiaggia libera e cammino scalza. La sabbia è fresca e piena di impronte di animali. Gabbiani, cani, uccelli più piccoli e chissà che altri.
rimango un po’ delusa dal vedere il mare azzurro e basta. Ma il sole sorge di là, dalla pineta.
Certo, come ho fatto a non pensarci. qui siamo rivolti a ovest, e infatti ieri sera c’era un tramonto bellissimo.
Ma l’alba è bella anche così, con la luce gialla e rosa che sale da dietro le dune e fra i pini.
Mi accorgo che i miei orari coincidono proprio con quelli dei pescatori dilettanti che affollano la spiaggia all’alba e al tramonto con le loro lunghe canne da pesca, che piantano sulla sabbia, o che dragano i fondali in cerca di arselle e vongole.
Una presenza di cui farei volentieri a meno ma non ho voce in capitolo. Sono decisamente in maggioranza e, a giudicare da quello che ho visto ieri sera, anche un po’ arroganti e maleducati. Sembra che vogliano dire che questa è casa loro. Per la verità è spiaggia libera, ma evidentemente loro non la ritengono tale.
Ieri sera, al tramonto, mi ero seduta su un tronco a leggere un po’ quando sono arrivati due tizi, un ragazzo e una ragazza, che si sono appostati l’una all’inizio e l’altro alla fine. Credo che il fatto che parlassero a voce molto alta, bestemmiando fra l’altro, e saltassero continuamente da una parte all’altra del tronco, inciampandoci sempre un po’, fosse un chiaro messaggio alla rompipalle di turno, cioè io, che sedendomi (prima di loro) su quel tronco, rompeva in qualche modo i loro riti e le loro abitudini. Mah, io ho letto un bel po’ di capitoli. Poi però mi sono alzata e ho cambiato tronco per finire il libro.
Certo, mi sono chiesta che c’ho appiccicato addosso visto che ogni volta che voglio stare un po’ tranquilla in un posto pare che tutti d’improvviso vogliano concentrarsi lì. Alla fine infatti me ne sono andata perché ai due pescatori-bestemmiatori si è unito un terzo, che prima se ne stava tranquillo più avanti a controllare la sua canna, che si è acceso una sigaretta e parlando a voce altrettanto alta dei suoi amici ha cominciato a dire perché non organizzavano una festa e quando e come…
Comunque stamani si stava proprio bene. Io mi sono fermata a una capanna bellissima (qui le capanne non sono altro che tronchi limati dal mare e sputati sulla spiaggia, messi l’uno sull’altro), ci ho appoggiato le mie cose e mi sono messa a fare yoga. Tutto fino in fondo, con la sabbia attaccata alle mani, fino alla verticale sulla testa guardando il mare a capo all’ingiù che quando è passato quella specie di airone o fenicottero o che cavolo era mi sono un po’ emozionata e quasi cadevo.
Alle 7.30 ero nell’acqua, caldissima.
Il mare cominciava ad agitarsi un po’, il vento arricciava la superficie e si alzavano le onde. Il cielo era azzurro e limpido, con il profilo dell’isola davanti.
I pescatori continuavano a passare con i loro scatoloni e le loro canne ma si posizionavano più avanti. meglio così.
Poi sono arrivati anche quegli uccellini strani e simpatici, un po’ tondi, bianchi e con le striature nere, che becchettano non so che sul bagnasciuga e camminano veloci fra i piedi dei bagnanti…
Non avrei mai creduto che a quell’ora ci fosse tanta gente sulla spiaggia, a settembre.
l’alba sul mare
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Bello bello! Mi hai mostrato il mare come vorrei viverlo io. Ma non lo vivrò mai così, visto che sono una forzata delle vacanze agostane.