No, io non ci posso credere… veramente.
allora. Stamani, domenica 12 giugno, vado a fare yoga a villa montalban, nel parco. È una delle iniziative organizzate per far rimanere le persone in città per votare i referendum. E’ lo stesso yoga che faccio sempre con milena solo che stavolta è gratis e può venire chiunque.
Non siamo un granché, ma insomma una decina non è nemmeno poco considerato che ieri ha diluviato tutto il giorno e in molti avranno pensato che il parco si fosse trasformato in una piscina.
Io ho fatto un po’ di thermos di tè caldo, anzi di rooibos, la radice rossa africana che usano in botswana e sudafrica, e i biscotti americani con mandorle e cioccolato per dopo. Madda ha portato ciliege e succo di mela.
Ok, tutto bene. Stendiamo i tappetini sul prato, qualcuno sull’erba, altri sugli aghi di pino e cominciamo.
Ora, immagino che ci siano una marea di luoghi comuni sullo yoga. E va anche bene, nel senso: ognuno pensi pure e dica ciò che vuole.
Una cosa però è importante. La concentrazione e, quindi, il silenzio. Lasciamo stare il fatto che già durante le lezioni normali c’è chi parla come se fosse al negozio di alimentari, comunque alla fine in una situazione come quella di oggi, un po’ più libera, ci poteva anche stare qualcuno che usciva un po’ dalle regole.
invece, a dire il vero, la pratica è andata avanti liscia come l’olio.
E pensare che lì accanto stavano giocando a rugby e avevano fatto anche la haka, per dire…
Ma facevano sottofondo, con le loro urla e le trombette, come gli uccellini che cantavano sugli alberi o i ciclisti che passavano per la stradina del parco.
C’è un momento nella pratica dello yoga che è il mio preferito. Alla fine, dopo aver fatto tutta la serie di esercizi, seduti in piedi e sdraiati, quando sei bello riscaldato e concentrato si fa la verticale sulla testa. In pratica appoggi gli avambracci a terra, incroci le mani poggi la testa e salti su in verticale. E stai lì per un po’.
Si fa vicino al muro o no, ma nel prato non c’era muro quindi là si fa senza appoggio.
Ora, devo dire che io c’ho una cosa, ne sono convinta, che è un po’ come la nuvola di fantozzi. Con i rompipalle però.
Tipo, quando vado al cinema e mi scelgo il posto come piace a me, equidistante un po’ da tutti, con nessuno davanti e così via. Mi metto là bella tranquilla e appena inizia il film arriva quello alto due metri e mezzo e si siede proprio davanti a me. Oppure mi si mette accanto qualcuno che biascica rumorosamente chewing gum, mastica popcorn e stappa lattine di coca, o fa casino in mille altri modi. Ecco, tanto per dire.
Allora io lì al parco mi ero scelta il posticino perfetto, sugli aghi di pino, né vicino né distante dagli altri, con tutto il mio spazio eccetera. A pratica iniziata arriva una ritardataria e, ovviamente, dove si mette? Alla mia sinistra no? Con tutto il parco a disposizione… ma non basta. Dopo un po’ ne arriva un’altra e si stende alla mia destra. Ecco qua.
Nonostante tutto la pratica va avanti e alla fine di queste manco mi accorgo.
Fino al momento di fare la verticale sulla testa.
qui ci voleva più concentrazione del solito perché si era in mezzo al prato senza punti di appoggio e silenzio. Niente di che. L’ho rifatto, lo faccio in genere. A volte il muro mi dà sicurezza, a volte non mi serve.
Comunque son lì che mi preparo e sto per alzare le gambe in aria quando la tipa di destra fa a quella di sinistra: “se vuoi ti aiuto io”, traforandomi le orecchie con la voce e, come se non bastasse, attraversa il mio materassino e va dall’altra… con i piedi, cazzo!
HA MESSO I PIEDI SUL MIO MATERASSINO…
non ci potevo credere. Ed è pure tornata indietro, pesticciando ancora sul mio materassino e parlando a voce alta….
la verticale, a quel punto, manco a pensarla…
poi s’è fatto il rilassamento, dopo si è bevuto il te’ e alla fine tutto ok…
ma insomma, cavolo…
quella là però non ci voleva proprio….