Libri, libri e ancora libri

Qualche tempo fa su facebook girava un giochino in cui si chiedeva di scrivere una lista con i dieci libri che ci avevano più influenzato nel corso della nostra vita, condividendola con un certo numero di amici, chiamati a loro volta a partecipare.
Anche io, chiamata in causa da non ricordo chi, lo feci.
In quei giorni mi capitò anche di vedere il post di una tipa che si scagliava, con un livore sicuramente sproporzionato rispetto al caso in questione, contro chi partecipava a questo giochino. Secondo lei le persone lo facevano solo per esibire una cultura che non avevano e si inventavano di aver letto dei libri in realtà visti solo da lontano.
Ricordo che fui colpita dalla veemenza, e allo stesso tempo dalla stupida inutilità, di quello scritto, tanto che lo commentai subito con alcune amiche.
Fra l’altro mi assolsi subito dall’eventuale accusa. Un po’ perché figuriamoci se mi invento i libri che leggo, un po’ perché anche se ora non ricordo quali titoli citai, sicuramente non saranno stati niente di che.
Qualche giorno dopo invece, cercando il profilo della tipa, mi accorsi che mi aveva cancellato dalle sue amicizie. Quindi capii che quel post veemente su chi esibiva la propria falsa cultura era diretto anche a me.
Non mi misi a piangere per la perdita, tanto più che si trattava di un legame da social con una tipa che non conoscevo nemmeno nella realtà. Ma ci rimasi male lo stesso, soprattutto pensando alla persona da cui proveniva, che fino ad allora avevo anche stimato. Intendo dire che ci rimasi male per lei. La tipa, una bella ragazza, aveva abbandonato un passato giornalistico per compiere una scelta drastica e coraggiosissima con la quale aveva cambiato del tutto la propria vita. In meglio, pensavo fino a quel momento.
Ma evidentemente certe vecchie abitudini di categoria sono un po’ difficili da perdere.

Mi torna in mente questo episodio, strappandomi un sorriso (anche perché mi offre uno spunto per scrivere nel blog), mentre metto a posto la mia libreria. Un lavoro immane che rimandavo da secoli e che ora trovo invece quasi leggero e divertente.
Mi torna in mente la sensazione brutta che all’epoca quel post invelenito mi suscitò, quasi dovessi giustificarmi delle cose che dicevo o scrivevo.
Quasi come se, essendo appassionata di lettura da sempre, dovessi vergognarmene o non parlarne per non darmi inutili arie da intellettuale.

In realtà a me i libri piacciono da morire e non potrei pensare a una vita senza. Quindi ignorero’ bellamente chiunque non sia d’accordo con me. D’altra parte si tratta di una mia passione, mica di un’imposizione.
Mentre salgo sulla scala, libero gli scaffali, spolvero, scelgo, sistemo, ricordo la voglia che avevo da piccolina di imparare a leggere, tanto da non poter nemmeno aspettare di andare a scuola. Arrivai in prima elementare che già leggevo e scrivevo, per la gioia di compagni e maestro che infastidivo di continuo non sapendo che fare durante gli esercizi che concludevo subito. Sembro presuntuosa a raccontare questo? Non credo, poiché si tratta semplicemente della verità. Nel caso il problema sarebbe nella mente di chi legge queste mie parole.

Ringrazio i miei genitori che mi hanno cresciuta in una casa piena di libri. Ringrazio mia madre che mi ha guidato nella scelta delle prime letture importanti facendomi conoscere il giovane Holden e tanti altri meravigliosi personaggi della letteratura. Ringrazio mio padre che alcuni libri li ha addirittura scritti, rivelando una vena molto bella che ho da poco riscoperto e condiviso con gli amici più cari.

Ora però si pone un problema. Riordinando la libreria occorre alleggerire, buttare, regalare. Fino a oggi ho pensato che un libro non si butta mai. Ora per fortuna ho cambiato idea. Bisogna solo cercare di capire come muoversi.
Ma di questo ne parlerò la prossima volta.

3 commenti

Archiviato in diario minimo, storie di libri

3 risposte a “Libri, libri e ancora libri

  1. Ciao Simona,

    Bel post! Scritto con il cuore e con semplicità.
    Se sei presuntuosa o meno puoi saperlo solo tu che dialoghi con il tuo cuore e se ciò che realmente ti spinge a scrivere in un blog raccontando te stessa.
    Vuoi mostrarti come modello? Vuoi essere ammirata? O più semolicemente hai bisogno di comunicare?
    Io non ti conosco ma leggendo le tue parole non noto altro che la volontá di offrirsi agli altri. Chi ama leggere non necessariamente è migliore ma certamente ama ascoltare gli altri nel profondo del loro pensiero e questo è segno di rispetto.
    Io ho imparato a leggere tardi a 9 anni ed ho sempre avuto problemi a leggere ad alta voce … ma le tue parole non mi hanno minimamente sminuito.
    Un abbraccio
    Alfredo

  2. Grazie. Hai fatto proprio un bel commento… soprattutto dalle tue parole si capisce che sei “sano”, che comprendi che ognuno fa il proprio percorso e non c’è mai bisogno di mettersi a far confronti o inutili e dannose competizioni. Un abbraccio anche a te
    😊😊😊

  3. Pingback: Libri, libri e ancora libri | libri, mon amour

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