ogni volta che vado nel bosco da sola mi chiedo che senso ha andarci senza un cane
e per chi, come me, ha sempre avuto, quando non uno, due cani, la domanda è pertinente
con il cane le sensazioni già fantastiche di per sé offerte dalla natura si amplificano
lo spettacolo dell’amico animale che corre felice annusando odori che tu non sentirai mai, puntando animaletti che solo lui vede, scavando entusiasta nel terriccio alla ricerca di chissà che, è impagabile
di vanessa ricordo la passione da cacciatrice. non le sfuggiva nulla.
una volta mi fece anche disperare perché passeggiando scoprimmo una povera fagianella ferita che qualche anima compassionevole aveva riparato in un cespuglio un po’ in alto, mettendole accanto una ciotola con dei semini
vanessa non sentì ragioni. nonostante le mie urla azzannò la fagianella, corse fino a casa, mentre io la inseguivo cercando di toglierle il povero animale di bocca, e si rifugiò da qualche parte a divorare la sua preda
rimasi sconvolta
anche se, in fondo, vanessa aveva soltanto seguito il suo istinto e quindi la legge della natura
era il marzo del ’99, lo ricordo bene perché ero appena tornata da seattle
non so se questa cosa si è risaputa e se qualcuno si sia chiesto che fine avesse fatto la povera fagianella
nel caso, spero che non abbia trovato la risposta
un giorno, passeggiando con vanessa nelle nostre campagne, babbo incrociò un cacciatore
questi gli propose di scambiarsi i cani perché il suo era poco buono nella caccia mentre vanessa, si capiva bene, era una cacciatrice nata
ovviamente lo scambio non ci fu
e da allora abbiamo sempre riso, fra il divertito e lo scandalizzato, del concetto utilitaristico che aveva il cacciatore del suo cane
per noi no, non era così
per noi vanessa era una di casa
e ora vorrei evitare di raccontare i suoi ultimi istanti di vita, anche se da quando è accaduto, ho pensato duemila volta di scriverlo
vanessa era un setter irlandese. per alcuni anni con lei c’è stato anche gastone, della stessa razza, ma preso al canile dove era finito all’età di 3 anni e mezzo dopo aver vagabondato nei boschi di radicondoli con altri due cani
un giorno stavo passeggiando con i due “ragazzi” dal pelo fulvo nei boschi sopra a casa. come al solito, quando ero in loro compagnia, camminavo assorta nei miei pensieri, mentre loro correvano avanti e indietro, esplorando la campagna
ad un tratto, alzando la testa, vidi un uomo passeggiare in mezzo a un campo
era distante poche decine di metri, lo vidi distintamente
era alto, camminava eretto e quasi rigido. indossava un cilindro nero, un abito nero di foggia ottocentesca con il mantello e uno jabot bianco. sembrava un nobile di epoca risorgimentale.
la visione fu talmente improvvisa e inaspettata che la mia prima reazione fu quella di nascondermi dietro un cespuglio
non so perché, ma ricordo che il cuore iniziò a battermi all’impazzata
anche dopo tanti anni non so spiegarmi il motivo di questa mia reazione
rialzandomi e guardando nello stesso punto però vidi che l’uomo non c’era più. sparito. puff
allargai lo sguardo tutto intorno, ai vari sentieri e passaggi, ma niente
se fosse stato reale non sarebbe potuto sparire così.
con quel vestito, poi
non ho mai parlato a nessuno di questa visione, ma ogni volta che passo da quel bosco mi torna in mente l’uomo alto col cilindro.
oggi la sua immagine distinta mi è riapparsa davanti agli occhi mentre passeggiavo in questa domenica bellunese umida e piovigginosa
ma il suo mistero, credo, rimarrà tale per sempre
Forse è ora che ti prenda un cane…..
indubbio Paola. ma anche una casa dove star comodamente con lui…
Come si fa a vivere senza un cane?
(a dire il vero non lo so perchè io ne ho sempre avuto almeno uno).
Cane e bosco mi fanno venire in mente una abitudine di famiglia.
Quando i nostri cani muoiono li seppelliamo nel bosco di casa e sopra ci piantiamo un albero.
Quando eravamo piccoli mia madre ci diceva che così il cane viveva dentro all’albero e che se ci mancava potevamo abbracciare il tronco…
ancora oggi quando passo tra gli alberi dei miei cani e sfioro la corteccia è come se potessi toccarli per un attimo.
Piacerebbe anche a me vivere dentro ad un albero.
(penso che sia un’idea meravigliosa).
i tuoi racconti sulla tua famiglia me la fanno apprezzare sempre più. in blocco! soprattutto la mamma che non conosco personalmente ma che mi nutre con le sue fantastiche marmellate. ora siamo al sambuco. poi ci sarà quel miele meraviglioso. l’altra mattina stavo per aprirlo, quasi mi tremavano le mani. poi ho deciso di rimandare ancora il momento, finendo prima un altro barattolino che era già aperto, per rinviare il piacere di assaporare questa ulteriore nuova scoperta
la tua famiglia, se non è da film, almeno un racconto lo meriterebbe
vorrei parlare dei cani e di come sono stati importanti nella nostra famiglia.
Il più amato ,almeno per me, è stato Taro il cane che rideva e cantava. Mi c’è voluto molto tempo per poterne apprezzare ed amare un altro.
Poi è arrivata Vanessa che all’inizio non mi piaceva nemmeno tanto perchè la confrontavo sempre con Taro proprio come fa ogni essere umano quando perde la persona che amava,è difficile sostituirla..A fare compagnia a Vanessa ed a noi è poi arrivato Gastone ,il cane più buono del mondo.
Proveniva dal canile ed era anche lui un setter, almeno in parte.
era di una bontà e di una simpatia struggenti.Ci dimostrava quotidianamente
un affetto ed una riconoscenza commoventi tanto è vero che dicevo scherzando”non si può dire che non c’è nemmeno un cane che mi vuol bene”.Quante voltelo rivedo mentre si strofina alle mie gambe o fa la serenata d’amore a Vanessa oppure corre felice con le sue gambe storte.
Noi dobbiamo esserti riconoscenti per quello che ci hai dato!
ricordi bellissimi e commoventi, per chi li ha vissuti